Intervistato ai microfoni di Transfermarkt, l'ex CT Roberto Mancini ha commentato il momento del calcio italiano e non solo.

Mancini, le parole dell'ex CT

Negli ultimi tre anni, i club della Serie A hanno spesso raggiunto le finali europee, ultima l'Inter, ma si continua a parlare di crisi del calcio italiano. Da cosa nasce, secondo te, questa percezione?
"La Serie A sta vivendo un cambiamento radicale nella mentalità e nella struttura. È finita l’epoca dei patron che investivano per passione. Oggi il calcio è un business internazionale e la proprietà dei club riflette questa realtà. Per avere successo, tifosi, stampa e l’intero sistema devono comprendere e adattarsi a questo cambiamento fondamentale".

Quale squadra, quest’anno, ha espresso un calcio che hai ammirato particolarmente?
"In Italia, Bologna, mentre all’estero il PSG, per il mix di giovani talenti e lo spirito di gruppo".

Hai ammesso di aver rimpianto la decisione di lasciare la Nazionale, ma hai anche notato progressi con la nuova era azzurra. Quanto manca all’Italia per tornare competitiva a tutti i livelli? Quali sono i fattori chiave?
"Ho rimpianto di aver lasciato l’Italia e col senno di poi ho capito l’errore. Sono errori da cui ho imparato e che non ripeterò. Allenare una Nazionale è diverso: non hai i giocatori ogni giorno per farli crescere. Ma devi dare un’identità alla squadra e creare un’alchimia tra giocatori che non giocano abitualmente insieme. Bisogna creare un gruppo unito e vincente".